Introduzione

Milano è stata nuovamente protagonista di uno degli eventi più attesi dedicati all'efficienza energetica. Presso la sede di Regione Lombardia, il 15 maggio 2019 si è tenuta l'“XI Giornata sull'efficienza energetica nelle industrie” organizzata da Fondazione Megalia in stretta collaborazione con CTI, il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente e la Regione Lombardia.

A fare gli onori di casa Raffaele Cattaneo, Assessore all'Ambiente e Clima di Regione Lombardia, che ha ricordato come l'efficienza energetica, in particolare nelle imprese, sia “uno dei temi più seri e forieri di risultati che dobbiamo affrontare in questi anni. La sfida più importante è quella della trasformazione degli attuali modelli di sviluppo verso un modello diverso che sia più sostenibile” e per il quale, ha ricordato, è necessario ripensare al modo non solo di realizzare ma persino di progettare prodotti e servizi. “Innanzitutto dobbiamo usare meno combustibili fossili, nella prospettiva della decarbonizzazione dell'economia, e diminuire le emissioni inquinanti”. Il tema dell'efficienza energetica diventa quindi centrale e “dovrebbe essere oggetto dell'attenzione principale anche nelle decisioni politiche, in quanto può consentire i risultati più significativi nel tempo più breve”. Cattaneo ha citato in proposito un'espressione cara a queste giornate e a chi si occupa di efficienza energetica: “l'energia a più basso costo e a emissioni zero è quella che non si consuma”.

Ha poi ricordato quanto fatto sinora dalla Lombardia, tra le poche regioni ad avere già raggiunto elevati livelli di performance di efficienza energetica, tra i migliori d'Europa. Nonostante i risultati, ha sottolineato l'Assessore, “resta ancora molto da fare”. Le potenzialità a disposizione sono significative ma occorre fare in modo che siano sfruttate, in questo l'Osservatorio per l'economia circolare e la transizione energetica, voluto da Cattaneo a inizio del proprio mandato, ha portato all'istituzione di diversi tavoli operativi, tra cui uno dedicato appositamente all'efficienza energetica.

La centralità del tema è stata ribadita anche dal presidente di Fondazione Megalia, Adolfo Eric Labi, che ha definito l'efficienza energetica “una vera miniera d'oro per l'Italia”. Il nostro paese “è sempre stato all'avanguardia nella ricerca di nuove soluzioni tecnologiche per il risparmio energetico le quali, oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, possono essere esportate in tutto il mondo”. Il settore dell'efficienza è in perenne evoluzione e per questa ragione ha bisogno “che le notizie circolino e che le buone pratiche si diffondano”. Un interesse dimostrato dall'ampia partecipazione all'evento, non solo da parte delle sette società protagoniste degli interventi, ma anche dal numero di iscritti (315) e delle presenze in sala (209) nel corso dell'intera giornata. “Questi nostri convegni” ha ricordato Labi “vogliono appunto informare e spronare le imprese a fare sempre di più, innovando le tecnologie oggi disponibili per migliorare l'efficienza energetica degli impianti”.

Restando nell'ambito di una maggiore diffusione della cultura su questi temi, fondamentale è la diffusione di buone pratiche. “La normazione tecnica è un’attività in continua evoluzione che non ha un punto di arrivo, ma segue un percorso impegnativo condiviso con diversi soggetti: istituzionali, del mercato e dell'informazione” ha affermato Antonio Panvini, Direttore Generale di CTI, ed è fondamentale capire “su quali nuovi filoni scrivere dei documenti consensuali e produrre nuove norme”. L'informazione deve essere rivolta soprattutto alle aziende, nella prospettiva di aiutarle anche a “creare domanda per l'efficienza energetica”. In particolare la giornata milanese è stata dedicata all'Evoluzione delle tecnologie verso l'Industria 4.0, coinvolgendo per la prima volta un argomento di estrema attualità: il concetto di Blockchain. “È uno strumento che permette tracciabilità, evidenza di ciò che è stato fatto, consensualità, definizione di regole comuni e trasparenza in un processo, come quello dell'efficienza energetica, che vede la compartecipazione di moltissimi attori”.

I lavori hanno poi preso il via con la Sessione istituzionale dedicata a Efficienza energetica: stato di attuazione e prospettive, introdotta e moderata da Ennio Macchi, Professore Emerito del Politecnico di Milano. Macchi ha fornito un quadro generale della situazione attuale e degli obiettivi più o meno imminenti, ricordando la funzione fondamentale dell'efficienza energetica nell'abbattimento delle emissioni clima alteranti.

L'International Energy Agency (IEA), ha spiegato, “assegna all'efficienza energetica un ruolo importante, quasi il 50%, nell'abbattimento delle emissioni di CO2”. Una rilevanza dimostrata anche nei numeri, “su 5.131 imprese che hanno fatto diagnosi energetica, sono stati fatti più di 5.271 progetti con payback sotto i tre anni, a dimostrazione del fatto che gli investimenti in efficienza energetica sono fattibili e assolutamente sani”. Tuttavia, nonostante quanto fatto finora nel comparto manifatturiero in Italia, il settore industriale è spesso ancora trascurato. È necessario quindi “innanzitutto diffondere la cultura del risparmio energetico nelle PMI”.

Le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica non sono misure alternative, ha spiegato infine Macchi, “vanno attivate entrambe, ma l'efficienza energetica è più attraente in termini economici e meno legata alle incertezze del futuro mercato elettrico”.

A portare l'esperienza di Regione Lombardia ha pensato Gian Luca Gurrieri, DG Ambiente e Clima Dirigente U.O. Clima e Qualità dell'Aria. Secondo il PEAR (Programma Energetico Ambientale Regionale) approvato nel 2015, ponendo uno scenario tendenziale fino al 2020, la stima di risparmio energetico potenziale è collocata a 2,5 Mtep equamente ripartiti tra settore delle industrie, dei trasporti e il residenziale. Il potenziale di risparmio energetico attraverso l'efficientamento energetico è elevato e nel corso degli anni, ha ricordato Gurrieri, Regione Lombardia ha intrapreso diverse azioni a favore dell'efficienza energetica nelle imprese. Tra questi, nel settembre del 2016, è stato approvato un Bando regionale, tutt'ora in corso di attuazione, con lo stanziamento di 2,27 milioni di euro per favorire nelle aziende le diagnosi energetiche e l'adozione del sistema ISO 50001. “Al momento le domande pervenute sono state 432, di cui ammesse 346, soprattutto per la diagnosi energetica, con diversi interventi effettuati, per un totale di 1.312 Tep risparmiati. Ma vi sono ulteriori potenzialità di efficientamento, soprattutto attraverso le proposte che emergono dalle diagnosi energetiche, calcolate in quasi 3.800 Tep. Si può fare ancora tanto, dunque, in termini di risparmio attuabile”.

Anche a livello nazionale e comunitario vi sono obiettivi importanti di risparmio al 2030: sarà necessario attuare una riduzione dei consumi di energia primaria del 32,5% rispetto ai dati 2005 e un risparmio sui consumi finali di energia pari allo 0,8% annuo. “Dobbiamo mettere mano in modo rilevante alla riduzione dei consumi in tutti gli ambiti” ha sottolineato Gurrieri “e la parte industria sicuramente ha un ruolo molto importante”.

Di diagnosi energetica e degli obblighi dell'industria ha parlato invece Domenico Santino, dell'Agenzia Nazionale Efficienza Energetica – ENEA. Secondo la definizione della Direttiva 2012/27/UE, la diagnosi energetica è “una valutazione sistematica di come è utilizzata e gestita l'energia, che consente alle aziende di effettuare un check-up della propria situazione e di identificare gli interventi possibili da effettuare per migliorare sia l'efficienza sia costi energetici, con una visione tecnico-economica della gestione globale dell'energia”. Inoltre pone “le basi per l'implementazione di un sistema di gestione dell’energia” che può essere poi anche certificato secondo la norma UNI CEI EN ISO 50001. La Direttiva europea vede quindi nella diagnosi energetica un punto di partenza per l'efficientamento e, al fine di stimolarne l'implementazione, ha imposto alle PMI di attuare programmi per promuovere l'efficienza energetica e alle industrie non PMI l'obbligo di diagnosi energetica.

In Italia la Direttiva 27 è stata recepita con il D.Lgs 102/2014 che ha definito, quali soggetti obbligati alle diagnosi energetiche, le grandi imprese e quelle a forte consumo di energia. Il decreto definisce anche il ruolo di ENEA: l'Agenzia, istituisce e gestisce una banca dati delle imprese soggette a diagnosi energetica, e svolge i controlli che devono accertare la conformità delle diagnosi alle prescrizioni di legge; permettendo nel contempo al paese di avere informazioni utili sul sistema produttivo. Si è proceduto quindi a una “standardizzazione della documentazione, all'emanazione di Linee guida settoriali su come svolgere le diagnosi che portano alla definizione di Best practices e forniscono indicatori energetici nell'industria” ha dichiarato Santino, ricordando anche che la seconda scadenza per la presentazione delle diagnosi energetiche è fissata per il 5 dicembre 2019.

Il ruolo dell'efficienza è determinante per il raggiungimento degli obiettivi che l'Europa si è posta con il pacchetto Energia e Clima che definisce tre obiettivi principali: la riduzione delle emissioni in atmosfera di gas a effetto serra, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e il miglioramento, appunto, dell'efficienza energetica. Tuttavia, ha fatto notare nel suo intervento Dario Di Santo, Direttore Generale di FIRE, “le emissioni e le rinnovabili non risultano già più in linea con gli obiettivi al 2020 del COP 21 di Parigi, quindi tanto meno possono esserlo con quelli più ambiziosi al 2030, a differenza di quanto avviene per l'efficienza energetica”. Per il prossimo decennio l'obiettivo sull'efficienza negli usi finali mira “a un consumo di energia primaria di 132 Mtep e finale di 104 Mtep”.

Quello che ci attende negli anni a venire, ha spiegato Di Santo, è un mercato dell'energia profondamente mutato, in cui ad essere determinante sarà anche il comportamento del consumatore finale che potrà produrre e gestire energia. “Tutto questo potrebbe favorire FER e CAR a discapito dell'efficienza”, con la necessità però di aumentare la potenza da installare. “Decarbonizzare sostituendo un kWh prodotto da fonti fossili con uno da fonti rinnovabili non è la stessa cosa che non consumarlo più”, facendo appunto efficienza energetica. Ecco perché l'Europa sostiene il concetto di “energy efficiency first”.

Incentivare e sostenere l'efficientamento anche nelle imprese dunque è essenziale. “Per le PMI prevedere un incentivo solo sulla diagnosi però non è sufficiente. La sfida è riuscire a intervenire con efficacia e in modo ampio in queste imprese in cui barriere informative, strutturali e finanziarie rendono gli investimenti in efficienza energetica più difficili”. Per tale ragione FIRE lavora per collegare l'efficienza energetica al core business delle aziende, in particolare sostenendo i progetti M-Benefits ed ESI Europe.

Al termine della parte istituzionale hanno preso il via i contributi tecnici delle aziende con il tema della prima Sessione tecnologica Industria 4.0 e blockchain: le nuove frontiere dell'efficienza energetica, moderata da Ettore Piantoni (CTI).

La blockchain “definisce un nuovo modello di controllo del business, non più centralizzato bensì diffuso” e quindi potenzialmente in grado di “servire al miglioramento dell'efficienza energetica”. Il nuovo modello proposto dalla blockchain, ha spiegato Piantoni, permette alle informazioni di essere “trasferite a un soggetto interessato in modo automatico, secondo protocolli standardizzati sulle prestazioni che bisogna ottenere e sui requisiti minimi per consentire il passaggio da un soggetto all'altro. In caso un'informazione non sia completa, il passaggio non avviene”. Ed è proprio grazie alla validazione, basata su procedure condivise, standard di riferimento e migliori pratiche, che tale metodologia “permette di ridurre costi e rischi, e di garantire una maggiore trasparenza e una maggiore semplicità”, generando così lo sviluppo di un mercato più fluido e più dinamico.

Il CTI, ha ricordato infine Piantoni, ha lavorato e sta tuttora lavorando alla creazione di standard di riferimento per i diversi elementi della blockchain ovvero i diversi blocchi della catena.

Nel merito della struttura condivisa e immutabile della blockchain e delle opportunità che questa tecnologia offre è poi entrata Valeria Portale (Politecnico di Milano). La blockchain, ha spiegato, è un sistema basato su DLT (Distributed Ledgers Technology), registri distribuiti i cui dati digitali sono replicati, condivisi e validati; una tecnologia che sta cambiando il paradigma verso il cosiddetto “Internet of Value”.

“I pilastri di questo nuovo paradigma” ha spiegato Portale “sono il network, in cui tutti gli attori sono allo stesso livello; gli algoritmi che regolano il governo di tutti i trasferimenti che avvengono nel sistema; il registro che è distribuito quindi accessibile a tutti e da tutti verificabile, trasparente e immutabile; i trasferimenti che sono tracciabili e possono essere programmati e, infine, gli asset digitali”.

Il sistema della blockchain si sta diffondendo solo negli ultimi anni – l'Osservatorio blockchain del Politecnico di Milano ha censito in tre anni 579 casi applicativi nel mondo – ma la sua nascita, collegata al bitcoin, risale al 2008 nel mondo della finanza, che resta il settore ancora oggi maggiormente attivo in questo campo. “Attualmente le aziende usano il sistema blockchain sia ricorrendo a piattaforme già esistenti –le più conosciute sono Hyperledger ed Ethereum– sia attraverso la creazione di nuove piattaforme”. Senza dubbio la blockchain resta un'opportunità interessante, in grado di cambiare le dinamiche di mercato dei prossimi anni.

Il sistema della blockchain si sta diffondendo anche nel settore dell'energia, a confermarlo è Filippo Vernia (ABB) che ha stimato in un ammontare tra i 100 e i 300 milioni di dollari l'attuale valore di investimenti in blockchain nel settore energetico a livello mondiale. I vantaggi sono molteplici, “la blockchain aiuta a implementare un meccanismo di scambio di informazioni in grado di ricevere valore ed energia” ha affermato. “Si tratta di un vero e proprio contratto, un rapporto B2B” nel quale però rientrano diversi attori; il nuovo sistema ha permesso infatti l'ingresso di nuovi soggetti nel mercato dell'energia. ABB ha creato un meccanismo integrando il gateway nei propri apparati e, grazie all'utilizzo delle due piattaforme di blockchain più diffuse (Hyperledger ed Ethereum), ha sviluppato un sistema in cui il fornitore di energia e i consumatori fanno riferimento a un ente terzo, un aggregatore che ha il compito di supervisionare e fare da garante allo scambio di energia. La blockchain sarà importante nel mercato energetico del futuro anche perché in grado di assicurare il bilanciamento della rete.

Nei prossimi anni, ha proseguito il collega Nicola Scarpelli (ABB), “vedremo lo sviluppo di un modello distribuito per l'uso dell'energia che porterà a sistemi di distribuzione elettrica sempre più complessi e interconnessi, caratterizzati da una più accentuata digitalizzazione”. Scarpelli ha riportato un caso applicativo che li ha coinvolti con DEWA, l'autorità per l'energia elettrica e l'acqua di Dubai. Presso l'azienda è stato installato il sistema di controllo della distribuzione elettrica ABB Ability come soluzione per il monitoraggio di tetti solari da 315 kW. “L'applicazione del sistema di ABB ha permesso il monitoraggio e l'ottimizzazione dell'impianto solare rooftop più grande della regione. I dati sono stati utilizzati per capire meglio, dalla progettazione all'utilizzo del sistema solare, quale sia il payback di questo tipo di investimenti per i clienti e addirittura promuoverli”.

Che il rapporto con l'energia stia cambiando in maniera radicale e che si faccia più forte nelle imprese la necessità di sistemi energetici interamente distribuiti e digitali è stato confermato anche da Lorenzo Granato (Metron) che ha parlato di ottimizzazione energetica per l'industria attraverso l'utilizzo dei dati. Big Data, in particolare, che vengono raccolti e usati per l'elaborazione di modelli specifici. “Attraverso l'implementazione della nostra piattaforma digitale Metron-Eva” ha spiegato “siamo in grado di garantire alle imprese flessibilità e performance” mantenendo così la loro competitività. Il cuore del sistema è la sua architettura: dalla raccolta dati e aggregazione si passa, attraverso l'aggregatore Metron Lab, al trasferimento dei dati nel cloud dove sono garantiti una serie di servizi –stoccaggio illimitato di dati, loro elaborazione, manutenzione e aggiornamenti–, il tutto attraverso una gestione in ambiente web. “La piattaforma permette di visualizzare i dati in tempo reale e di effettuare l'analisi dei KPI, portando all'ottimizzazione dell'intero processo”. Due i casi applicativi riportati come esemplificazione. Il primo ha riguardato una vetreria in cui è stato necessario ottimizzare la conduzione di un forno fusorio; gli interventi hanno reso possibile ottenere non solo un risparmio del 2,5% pari a 250.000 euro annui, ma anche migliorare il processo grazie all'assistenza alla conduzione del forno attraverso la piattaforma che suggerisce agli operatori i migliori setting dei parametri flessibili massimizzando il consumo energetico. Il secondo caso applicativo è stato oggetto, invece, dell'intervento del collega Federico Giacomarra (Metron) durante la terza Sessione tecnologica del convegno e ha riguardato una cartiera in Colombia. In questo caso, ha spiegato Giacomarra, dopo avere monitorato i dati della cartiera –28.000 dati di processo al secondo oltre a un anno di dati storici– è stata realizzata una riproduzione virtuale del sito industriale nella piattaforma Metron, che ha permesso di individuare come la variazione nel dosaggio dell'agente chimico per lo sbiancamento della carta all'inizio del processo permettesse riduzioni significative nel consumo energetico e nell'uso dello stesso agente. “In totale si è ottenuto un risparmio di 90.000 dollari all'anno sul consumo del vapore, pari al 4,5%, e di 180.000 dollari all'anno per agenti chimici, pari al 36%”.

Di Mercato dei Servizi di Dispacciamento, ha parlato invece Davide Caprino (Energy Team), spiegando come questo rappresenti la nuova frontiera della flessibilità nel settore della gestione energetica. “Le reti elettriche negli ultimi quindici anni, con la forte diffusione di fotovoltaico, eolico e cogenerazione, sono cambiate e hanno portato allo sviluppo della generazione distribuita”. La quota di Fonti Rinnovabili Non Programmabili dei consumi elettrici è passata dal 15% del 2005 al 40% del 2015, facendo diventare sempre meno competitivi nel mercato elettrico gli impianti tradizionali, termoelettrici e idroelettrici, e mettendo in difficoltà anche i gestori di rete che non sono pronti a gestire questo cambio nella struttura della generazione elettrica. “In futuro si assisterà anche ad una crescita del mercato dello storage che influenzerà ulteriormente le attività di bilanciamento sulla rete.

Sono state così introdotte le Unità Virtuali Abilitate (UVA) ossia sono stati creati aggregati di produzione e consumo che permettono la partecipazione di nuovi soggetti al MSD”. Al momento, ha ricordato Caprino, vi è una serie di progetti pilota attivi in questi ambiti; la stessa Energy Team ha predisposto una metodologia di flexibility audit volta a trovare e sfruttare nei contesti industriali questo tipo di flessibilità.

La seconda Sessione tecnologica del convegno, dedicata a Tecnologie efficienti e loro monitoraggio: una simbiosi necessaria, ha preso il via nel pomeriggio con l'introduzione del moderatore Paolo Silva, professore del Politecnico di Milano. Nell'industria che, ha ricordato, riveste il 23% dei consumi energetici nazionali, trovare il giusto compromesso tra impianto efficiente ed economico è fondamentale al fine di ridurre l'intensità energetica. Le tecnologie a disposizione sono ormai numerose e la stessa Industria 4.0 impone l'integrazione delle diverse conoscenze: “occorre far fluire tutte le informazioni e canalizzarle per migliorare l'efficienza anche dal punto di vista energetico”. Un elemento importante in questo ambito è il monitoraggio, strumento indispensabile per conoscere e tenere sotto controllo i consumi di energia. Il monitoraggio, ha spiegato Silva, porta con sé una serie di vantaggi: “consente il miglioramento dell'efficienza, permette di effettuare la manutenzione e il controllo predittivi, porta al miglioramento delle prestazioni ambientali, nonché all'aumento della flessibilità dell'impianto e all'ottimizzazione del suo funzionamento, ed è importante ai fini di effettuare la diagnosi energetica”. Il monitoraggio è quindi fondamentale ai fini dell'efficientamento energetico e per tale ragione diverse aziende hanno realizzato soluzioni tecniche ad hoc.

Sonia Ripamonti (KSB Italia) ha presentato il nuovo sistema di monitoraggio KSB Guard applicato alle elettropompe centrifughe e in grado di inserirle in ambiente IoT (Internet delle cose), attraverso l'introduzione di gateway e del ricorso al cloud.

La strumentazione si trova già a bordo dell'impianto” ha spiegato Ripamonti. “Il sensore KSB Guard è collegato direttamente alla pompa per rilevare vibrazioni e temperature. Il sistema di monitoraggio permette così di identificare in anticipo i cambiamenti nel funzionamento del macchinario e, grazie ad analisi predittive, di pianificare interventi di manutenzione anche da remoto. Il sistema inoltre è dotato di un’unità batteria, collegata all’unità dei sensori, che acquisisce e trasmette i dati ad un gateway”. Il gateway può anche essere utilizzato per più pompe e rende i dati disponibili sul cloud, a cui è possibile accedere tramite PC o device mobili.

Il sistema di monitoraggio di KSB è una novità, un progetto pilota che tuttavia è stato testato alla Piaggio di Pontedera, dove è stato applicato alle pompe centrifughe del reparto di verniciatura e ha dimostrato di essere utile per evitare l'insorgere di alcuni problematiche legate al funzionamento delle pompe.

Nel campo del monitoraggio del funzionamento dei generatore di vapore si è addentrato invece Antonio Landi (Cannon Bono Energia) che ha presentato un progetto condotto in collaborazione con il Politecnico di Milano. “Il generatore di vapore” ha spiegato “deve garantire elevate automazione, affidabilità, efficienza e integrazione con il processo stesso”. Per fare in modo che risponda a tutte queste caratteristiche, CBE ha sviluppato un sistema MPC (Model Predictive Control) che permette di passare da un controllo di tipo classico a uno di tipo predittivo. Questo sistema, come ha poi spiegato Riccardo Babini (Politecnico di Milano), si basa sull'utilizzo della “data collection”. I dati raccolti e analizzati consentono al sistema di simulare scenari possibili, “ciò significa ottenere una predizione ottimizzata in base alla previsione dei disturbi e della risposta” ha spiegato Babini. “L'ottimizzazione che l'MPC segue è dettata da quale specifica funzione di costo venga indicata al sistema; la parte umana dell'intelligenza artificiale è individuabile quindi nella definizione degli obiettivi”. Tanto che, ha precisato Landi, “il nuovo sistema di controllo delle caldaie ha permesso di tagliare il 60% delle manomissioni umane sui dati”.

Il sistema, che è applicabile a qualsiasi ambito industriale, permette di raggiungere diversi obiettivi, come migliorare il controllo delle prestazioni, implementare obiettivi di controllo, monitorare in maniera personalizzata le non-idealità.

Altro elemento interessante è che nell'implementazione all'interno delle aziende il controllo attuale resta invariato e, a monte, viene collegato l'MPC, migliorando ciò che è già presente e in funzione. In pratica il nuovo sistema viene integrato con il controllo classico. Dunque, quelle proposte dall'uso dell'MPC, ha concluso Babini, “sono strategie di controllo che possono dare effettivi e molteplici vantaggi. Si tratta di tecnologie già pronte da tempo, rimaste relegate finora solo all'ambito accademico, ma che adesso è possibile applicare in campo industriale”.

La tecnologia ORC è stata al centro, invece, dell'esperienza applicativa presso un cementificio italiano che ha potuto così rendere più efficiente il proprio processo produttivo. A parlarne è stato Luca Xodo (Exergy). “Progettiamo e costruiamo i sistemi a Ciclo Rankine a fluido Organico (ORC) per la generazione di energia da fonti rinnovabili e da recupero di calore”. L'ORC si è rivelata da subito la tecnologia migliore, consente una configurazione modulare, adattabile a qualsiasi realtà, flessibilità operativa, nessun consumo di acqua ed è di semplice funzionamento e manutenzione. Sulla base di questa tecnologica “abbiamo ideato la Turbina Radiale Outflow ad elevata efficienza, fino al 93%, una tecnologia facilmente manutenibile e con tempi di fermo estremamente ridotti”. La nuova turbina è stata installata con successo presso Cementi Rossi a Treviso. Il progetto ha portato alla realizzazione di un'unità su un'area di 35x45 metri formata da moduli preassemblati che hanno permesso di ridurre i tempi di costruzione e di installazione. “Il cementificio usa un circuito intermedio a olio diatermico che scambia calore tra olio e fumi del processo. La prima caratteristica che abbiamo rispettato nel progetto è stata di realizzarlo affinché funzionasse con un fluido non infiammabile. Si è scelto il FSO, solitamente meno efficiente, ma che, grazie alla soluzione tecnica pensata, non inficia l'efficienza dell'impianto. Questa scelta ha permesso di costruire l'impianto integrato all'interno del cementificio e vicino agli impianti esistenti”. Il cementificio, ha ricordato infine Xodo, ha poi stipulato con l'azienda un accordo di Service decennale.

Di cogenerazione ha parlato invece Marco Cuttica (AB Energy), una tecnologia utile a fare efficienza e a ridurre i costi energetici, in particolare in Italia dove, a causa dell'elevato costo dell'energia elettrica, le PMI rischiano di subire il mercato e i grandi impianti, se parte di multinazionali, rischiano di essere abbandonati perché non più convenienti. Per capire se sia utile un impianto di cogenerazione o di trigenerazione –che permette lo sfruttamento anche dell'energia frigorifera, aprendo così a nuovi settori– sono necessari l'audit energetico e un attento studio di fattibilità. Ciò significa, ha precisato Cuttica, “analizzare i turni di lavoro, i fabbisogni energetici e gli assorbimenti elettrici e termici. A seguito della diagnosi vengono create simulazioni che permettono poi di scegliere l'impianto che genera i maggiori risparmi”. AB Energy, oltre a progettare e realizzare impianti di cogenerazione e trigenerazione su misura, offre anche servizi di assistenza, come la Control Room per la manutenzione degli impianti in remoto.

Cuttica ha ricordato infine come in Italia l'entrata in vigore nel gennaio 2018 del “Decreto energivori” (DM 21/12/2017), abbia ridotto il costo dell'energia elettrica per i grandi consumatori di energia, rendendo vana la cogenerazione. Si perde così la convenienza a realizzare impianti che possono garantire elevati livelli di efficientamento energetico. La speranza è che si riesca a fare capire quanto la cogenerazione sia importante per sostenere gli obiettivi di generali di efficienza energetica e si cerchi di spingerne lo sviluppo.

La terza ed ultima Sessione tecnologica della giornata è stata dedicata a L'efficienza energetica come motore per la competitività: spunti e soluzioni, introdotta e moderata da Antonio Panvini, direttore generare di CTI, che ha ricordato l'importanza della normazione tecnica come prodotto di un'azione condivisa e trasversale a tutte le parti in gioco. In particolare ha ricordato il lavoro che il Comitato Termotecnico Italiano svolge, come parte dell’UNI, sia in Italia, sia a livello europeo e mondiale. “Il lavoro degli enti normatori” ha sottolineato “è di fondamentale importanza in quanto le norme e le indicazioni da loro sviluppate possono essere alla base di regole e leggi realizzate dalle istituzioni”. E in tema di gestione e uso razionale dell'energia ha ricordato in particolare l'ambito operativo definito dal D.Lgs 102/2014 che ha recepito la Direttiva 2012/27/UE, in cui si muovono varie norme. La norma UNI CEI EN 16247 –che presto dovrà essere revisionata, tra l’altro per realizzare una reportistica delle diagnosi energetiche uguale per tutta Europa– e le annesse Linee guida per la diagnosi energetica in fase di elaborazione; i sistemi di gestione, in particolare le norme della famiglia ISO 50001 e il lavoro che si sta sviluppando a favore della sostenibilità finanziaria dell'efficienza energetica. In quest’ultimo contesto  proseguono anche i lavori sui requisiti minimi dei contratti EPC che si vogliono riportare all'interno di una norma a livello europeo. Ha inoltre ricordato Panvini le norme in materia di misurazione e monitoraggio, e sui fornitori di servizi di efficienza ovvero ESCO, Auditor ed EGE; in particolare la norma che riguarda questi ultimi è stata recentemente posta in revisione. Infine, Panvini ha ricordato che il CTI recentemente ha acquisito la Presidenza e la Segreteria del gruppo normativo europeo CEN/CLC JTC 14 che si occupa di efficienza energetica e di energy management nel contesto dell'energy transition e che seguirà tutte le più importanti tematiche in tema energetico.

Parlando di competitività attraverso l'efficienza energetica, Alessandra Boffa (ABB) ha analizzato cosa sia possibile fare in tema di motori elettrici. Ha esordito sottolineando come, nel costo complessivo di un motore, nell'arco dei suoi primi 10 anni di vita, l'incidenza maggiore sia dovuta al consumo energetico, pari addirittura, è stato calcolato, al 97%. Il primo passo quindi è scegliere “motori ad alto rendimento, selezionando anche la taglia corretta e tenerli in buone condizioni”. Ma altrettanto fondamentale è effettuare un accurato monitoraggio, “anche un motore efficiente è destinato nel corso della sua vita utile a subire perdite di efficienza e a deteriorarsi per vari motivi. Il monitoraggio, che può essere effettuato con ABB Smart Sensor, ha lo scopo non solo di ridurre i fermi impianto e il relativo spreco energetico, ma anche di rilevare le variazioni impercettibili dei suoi consumi, considerando parametri anche molto diversi. Questo concetto si può estendere dal motore a tutta la catena cinematica di qualunque carico e tutti i sistemi sensorizzati confluiscono poi in un unico sistema di monitoraggio che tiene sotto controllo l'intero asset o i singoli componenti”. In sostanza un sistema di monitoraggio può fare la differenza in tema di efficienza di un motore in quanto è in grado di analizzare e individuare parametri anche impensati che ne influenzano però il funzionamento e la resa.

È toccato poi al collega Maurizio Barabino (ABB) raccontare alcuni casi applicativi, nei quali sono stati sviluppati diversi aspetti con soluzioni, ha precisato, sempre scalabili e applicabili quindi a diversi contesti industriali. Dai sistemi APC (Controllo Avanzato di Processo) che “oltre a consentire un migliore controllo del processo permettono di raggiungere l'ottimo economico in sicurezza”, all'ottimizzazione dei carichi, che è invece “la risposta più adeguata nel caso di più gruppi produttori e che tiene sempre conto dell'efficienza”. E ancora i Virtual Power Plant (VPP), ideali per gestire e ottimizzare un “numero elevato di impianti distribuiti geograficamente e sui quali si effettua un'ottimizzazione di flotta, in cui l'aggregatore controlla le unità come se si trattasse di un'unica unità produttiva”; per finire con la diagnosi predittiva in cui “informazioni, indicatori di performance e diagnostici vengono elaborati traendo i dati direttamente dall'impianto e vengono organizzati in modo da effettuare un di check-up preventivo degli impianti”.

Dopo il già citato intervento di Giacomarra (Metron) sulla cartiera colombiana, la sessione si è poi conclusa con un secondo intervento anche di Davide Caprino (Energy Team) che è entrato nel merito di come dall'analisi delle informazioni in azienda si possa creare valore. In particolare ha descritto l'attivazione presso una fonderia, di un servizio di Smart Energy Factory con l'obiettivo di generare valore aggiunto senza ricorrere alla variazione delle tecnologie impiegate. Una strategia, ha spiegato, suddivisa in fasi che dall'analisi del vettore energetico ha portato poi all'audit energetico e ad analisi avanzate (APC). Il tutto ha permesso, senza modificare o sostituire le tecnologie installate, di migliorare l'efficienza dell'azienda. “Abbiamo proposto, per esempio, di spostare alcuni cicli di funzionamento dei forni in orari più convenienti per i costi energetici, ottenendo così un risparmio stimato di 145 euro al giorno pari a 30.000 euro all'anno”. L'analisi energetica ha rilevato inoltre un possibile miglioramento del 12% delle prestazioni dell'impianto, per il quale è stato proposto un intervento tecnologico sui forni che sono stati dotati di tecnologia di regolazione e controllo elettronico IGBT. Un intervento che ha permesso di rendere il processo completamente automatizzato migliorandone la gestione.

A conclusione del Convegno l’Ing. Labi ha comunicato che l’anno prossimo la Fondazione Megalia festeggerà il ventennale che sarà ricordato con un evento particolare in corso di organizzazione.

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